Dispositivi convessi per stomia, cosa c’è da sapere?
agosto 27, 2020
Uno dei principi guida dello stomacare è mantenere integra la cute peristomale. Per questo, è necessario evitare le infiltrazioni degli effluenti al di sotto della placca, causa primaria delle alterazioni della pelle che compromettono la tenuta del sistema di raccolta. I dispositivi convessi sono spesso considerati uno strumento importante per raggiungere questo obiettivo.
Per convessità si intende la curvatura sul lato della barriera cutanea che va a contatto con la pelle. Questo tipo di sistemi di raccolta consentono di gestire le stomie a filo sul piano cutaneo, quelle che rientrano al di sotto del piano (stomie introflesse o retratte) e per compensare eventuali irregolarità del piano addominale, come pieghe o pliche.
Per un corretto utilizzo dei prodotti convessi è importante comprendere perché, quando e come dovrebbero essere utilizzate. Ecco una tabella esemplificativa sui tipi di stomia:
Vi sono diverse considerazioni da effettuare quando si utilizzano placche convesse. È necessaria cautela poiché un sistema eccessivamente convesso può esercitare troppa pressione nell’area peristomale e causare problemi quali eritema, ematomi e ulcerazione. Ad ogni cambio del sistema di raccolta, la persona stomizzata dovrebbe monitorare le condizioni della cute peristomale; in caso di alterazioni cutanee, dovrebbe rivolgersi al suo stomaterapista o operatore sanitario di fiducia.
Se già dalla fase post-operatoria si ritiene necessario adoperare una barriera cutanea convessa, è bene partire con un prodotto che abbia una convessità leggera, la quale non crea alterazioni o complicanze della cute peristomale e della giunzione muco-cutanea. Questo tipo di sacche hanno una convessità di circa 4mm, tale da non influire sul processo di riparazione tissutale in caso di eventuali alterazioni della cute peristomale, ma sufficiente ad esercitare una minima pressione nella zona peristomale o livellare un piano addominale flaccido anche in caso di stomia estroflessa. Risulta quindi chiaro che l’operatore deve essere sempre a conoscenza del reale gradiente di convessità espresso in millimetri, al fine di poter ottenere la risposta attesa.
In conclusione, non c’è alcun dubbio che i dispositivi convessi abbiano apportato notevoli miglioramenti nella gestione delle stomie problematiche. L’importante è monitorare sempre le condizioni della cute peristomale, magari ogni due settimane nel primo mese dopo il confezionamento; e, successivamente, ogni 3-6 mesi a discrezione dell’operatore sanitario. Un utilizzo appropriato dei dispositivi convessi può produrre risultati estremamente confortanti; un utilizzo impreciso, al contrario, potrebbe portare all’insorgere di complicanze. Quindi, nella scelta e nell’utilizzo di barriere convesse, si consiglia cautela e visite di controllo regolari.
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