Perché è necessario confezionare una stomia?
Leonardo Ruvituso, stomaterapista dell’Ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo, spiega che cos’è una stomia e quali sono le cause che ne determinano il confezionamento
La parola stomia deriva dal greco e significa “bocca-apertura”. In medicina per stomia si intende un abboccamento chirurgico di un viscere cavo sulla superficie cutanea per ottenere una comunicazione con l’ambiente esterno dal quale permettere l’eliminazione degli effluenti quando le naturali aperture anatomiche sono affette da una malattia e/o un trauma e, pertanto, non utilizzabili. Una stomia viene confezionata quando la funzionalità viene compromessa da una patologia che può essere di natura neoplastica o di natura infiammatoria con l’obiettivo di:
- introdurre sostanze ai fini nutrizionali o terapeutici
- derivare esternamente il contenuto viscerale.
Differenti possono essere le indicazioni che inducono al confezionamento di una stomia. I casi in cui viene confezionata sono:
- rimozione degli organi deputati alla continenza (come lo sfintere e retto o vescica) senza possibilità di ricostruzione per assicurare la continuità viscerale;
- condizioni generali di salute del paziente che non permettono interventi resettivi maggiori;
- impossibilità di effettuare un’anastomosi diretta;
- evitare temporaneamente il passaggio di materiale enterico in corrispondenza di anastomosi a rischio, o in seguito a lesioni coliche o rettali, traumi penetranti o di origine iatrogena per permettere la completa guarigione;
- stati di sepsi pelvi-perianali e fistola perianali ed extrasfinteriche o retto vaginali per permettere la chiusura dell’orifizio;
- incontinenze gravi;
- malformazioni congenite con atresia o stenosi ano-rettali;
- proctiti attiniche;
- evitare episodi di occlusione in corso di trattamenti neoadiuvanti per neoplasie substenosanti.
Una stomia può essere definitiva, in caso di necessità di esclusione permanente del transito intestinale, o temporanea il cui transito verrà ripristinato una volta risolta la causa. Derivando all’esterno il transito intestinale, le stomie di fatto defunzionalizzano il tratto a valle. Vengono pertanto confezionate quanto si voglia proteggere un’anastomosi eseguita sul tratto ileale a valle o sul tratto colon rettale o deiscenza anastomotiche, oppure in caso di ostruzione o perforazione dovute a neoplasie, traumi o processi infiammatori e lesioni ischemiche, poliposi familiare, o per altra patologia tumorale del grosso intestino o, ancora, in casi di traumi con o senza perforazione o di malformazioni che impediscono il regolare transito intestinale, anche in caso di megacolon tossico oppure alla fase iperacuta della rettocolite ulcerosa vi è l’indicazione al confezionamento.
L’assistenza al paziente stomizzato coinvolge tutti gli aspetti, sono fondamentali le azioni informative che si basano su nozioni sulla prevenzione, educazione e riabilitazione migliorando l’adattamento ad una nuova vita e la presa in carico dallo stomaterapista sull’assistenza deve essere totale. Il confezionamento di uno stomia comporta la creazione di una nuova funzione escretoria, modificando lo schema corporeo che il paziente deve imparare ad accettare e gestire.
Il paziente stomizzato si trova senza un’importantissima funzione fisiologica che dovrà imparare a controllare con modalità diverse e con l’ausilio di protesi esterne e a gestire la nuova situazione che si è creata. Infatti, lo stoma deve essere considerato un nuovo organo che, sprovvisto di terminazione nervose e muscolari e di sfintere, cioè di un anello che ne permette la chiusura, non può essere controllato volontariamente e che entra a far parte della propria vita e del proprio corpo con influenza negativa sulla psiche. Come tale, deve essere accettata a livello mentale, poi gestita e curata.
La persona stomizzata si troverà a svolgere funzioni corporali con modalità nuove, senza possibilità di controllo autonomo come avveniva in passato e con l’aiuto iniziale di una figura esterna. Sara compito dello stomaterapista spiegare la nuova condizione ed assisterla per superare una situazione di difficile adattabilità. Dovrà comprendere il problema e la situazione di patologia di quel paziente ed aiutarlo per un migliore adattamento sociale, fargli superare il timore per il cambiamento del proprio corpo, la depressione della perdita dei valori sociali, professionali, familiari e sessuali.
Attraverso un’adeguata informazione ed il supporto è possibile il reinserimento nella società, aiutandolo a riconquistare un adeguato grado di autostima ed una qualità di vita soddisfacente. Negli anni si è registrato un evoluzione assistenziale e terapeutica con ottimi risultati sul miglioramento della qualità di vita delle persone stomizzate, miglioramento dovuta alla qualificazione professionale, grazie al possesso di nozioni metodologiche, tecniche e relazionali da utilizzare in ambito clinico organizzativo, organizzando l’assistenza secondo modelli gestionali e multi professionali avvalendosi di strumenti come linee guida, protocolli e procedure e percorsi clinici assistenziali.
La creazione di un percorso clinico assistenziale permette la presa in carica totale, dalla prevenzione alla riabilitazione tutto ciò permette un netto miglioramento della qualità di vita della persona stomizzata.
Contatta lo stomaterapista Leonardo Ruvituso
Telefono: 3371887874
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