L’assistenza al paziente: l’importanza dell’ambulatorio di stomaterapia
A cura di Ylenia Basco, stomaterapista AORN Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta
Il paziente stomizzato è colui/lei che, a causa di una malattia infiammatoria cronica intestinale (acronimo MICI), di un tumore o di un evento traumatico, ha affrontato un intervento per il confezionamento di una stomia, che può essere temporanea o definitiva. La stomia è una apertura creata chirurgicamente sull’addome per esteriorizzare l’intestino o parte delle vie urinarie e consentire la fuoriuscita degli effluenti (feci-urine) dall’organismo quando non è più possibile farlo fisiologicamente. Le stomie si classificano in colostomia e ileostomia se interessano l’apparato gastro-enterico e in urostomia se interessano l’apparato urinario.
Per decenni le stomie sono state considerate un vero e proprio tabù: il non parlarne, il far finta di niente era il modo più semplice, anche se il più rischioso, per allontanare la paura della malattia e della menomazione. Attualmente in Italia si stimano circa 75.000 persone stomizzate, con un incremento annuo del 4%; per tale motivo è necessario intervenire per poter assistere al meglio tale incremento. Oggi l’atteggiamento e approccio psico-sociale, per fortuna è cambiato e mutato con fondamentali passi in avanti. Sono stati compiuti grazie alla ricerca, alla prevenzione, alla diagnosi e alla terapia, innovazioni tecniche, appropriatezza di prestazioni specifiche grazie anche alla formazione specifica e sempre più professionalizzante per personale altamente ed adeguatamente specializzato in stomaterapia (infermiere stomaterapista).
La cultura di creare uno spazio dedicato al paziente stomizzato si è diffusa su tutto il territorio nazionale e anche regionale; questo ha consentito la realizzazione di ambulatori di stomaterapia con lo scopo di poter offrire un servizio e supporto personalizzato a ciascun individuo. L’ambulatorio è costituito da personale medico e infermieristico specializzato e ha come principale obiettivo sicuramente migliorare i livelli di assistenza e di prestazione ai cittadini nella fase di riabilitazione della malattia e nel ridurre l’ospedalizzazione. Esso rappresenta un elemento fondamentale per garantire un’adeguata continuità delle cure e un supporto alla aderenza terapeutica e riabilitativa.
In ambulatorio possono accedere sia i pazienti interni, cioè arruolati, operati e dimessi dalla stessa struttura ospedaliera, sia i pazienti esterni al presidio ospedaliero, trattati altrove e previa prenotazione al Centro di Prenotazione Unica (CUP), con impegnativa del medico medicina generale (MMG), nel rispetto delle agende stabilite dall’azienda. L’assistenza è di tipo globale: si parte dal paziente per includere tutto il contesto familiare e suoi eventuali caregivers.
Laddove possibile, già in fase di dimissione ospedaliera, viene identificato il caregiver, ossia la persona di famiglia, il conoscente, o altra persona vicina al paziente che verosimilmente si occuperà di lui in modo più diretto e continuativo. In ambulatorio il paziente e il caregiver vengono educati alla corretta gestione dello stoma e dei dispositivi da utilizzare; vengono informati e formati altresì, su come riconoscere eventuali complicanze precoci (emorragie, edema, ernia, prolasso etc.), al fine di ottimizzarne la gestione in ambito ambulatoriale.
Durante le prestazioni ambulatoriali vengono forniti al paziente e al caregiver opuscoli, materiale informativo e/o numeri verdi di aziende e associazioni presenti sul territorio, disponibili a chiarimenti e delucidazioni alle quali poter fare riferimento. Vengono date indicazioni utili sull’alimentazione da osservare per il paziente stomizzato ed eventualmente consigliate ulteriori consulenze specialistiche da effettuare.
L’ambulatorio, inoltre, si occupa della compilazione del piano terapeutico con l’invio al distretto sanitario di appartenenza al fine di garantire la fornitura trimestrale dei dispositivi per stomia. L’infermiere stomaterapista è la figura professionale che si occupa dell’assistenza globale della persona stomizzata istaurando una relazione empatica e di fiducia, in quanto è nella relazione che ha inizio la cura e fa sì che la persona assistita si senta accompagnata da personale specializzato.
Conclusioni
L’importanza di un ambulatorio per pazienti stomizzati è fondamentale per soddisfare la richiesta d’aiuto sempre crescente del territorio. L’obiettivo è quello della presa in carico della persona stomizzata nella sua interezza bio-psico-fisica e sociale, con interventi di tipo olistico e multidisciplinare. Lo stomaterapista quale facilitatore di un percorso terapeutico-riabilitativo segue il paziente stomizzato dal ricovero al post dimissioni. L’ambulatorio permette al paziente di beneficiare di diversi interventi, dalle medicazioni complesse (in caso di complicanze), all’eventuale sostituzione del sistema di raccolta, dai suggerimenti alimentari, alla formazione del paziente e del suo caregiver alla gestione autonoma della stomia. In pratica una “educazione” terapeutica che soddisfa e risponde ai bisogni fisici, psicologici, sociali e comunitari del paziente.
Inoltre, la persona assistita e il caregiver, all’interno dell’ambulatorio possono trovare supporto emotivo e tutte le informazioni necessarie sui diritti riconosciuti al paziente stomizzato, quali esenzioni, percorsi dedicati, consultori, assistenza socioeconomica, al fine di garantire una migliore qualità della vita. È importante che la persona sappia di non dover cambiare le proprie abitudini, ma prendere qualche accorgimento in più per tornare a dedicarsi a tutte le attività che svolgeva prima dell’intervento.
In qualità di operatori sanitari, il nostro impegno deve riguardare anche la migliore qualità di vita. I ritardi diagnostici sono imperdonabili, così come è altrettanto ingiustificabile il non farsi carico delle problematiche che ruotano intorno alla patologia oncologica. Promuovere la corretta informazione su diagnosi, terapie e percorsi riabilitativi, garanzia di un equo accesso alle cure su tutto il territorio nazionale, qualità nel rapporto medico/paziente, tutela assistenziale e previdenziale del malato. Una società giusta e solidale non può dichiararsi tale se non vengono salvaguardati i diritti di tutti coloro che la compongono e, in particolar modo, di quei cittadini che vengono colpiti da una qualsiasi forma di disabilità, come ad esempio (seppur invisibile) la stomia.
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