Io non sono la mia stomia La storia di Saverio Mulas
Mi chiamo Saverio, vivo a Carbonia, ho 54 anni e gestisco una pizzeria d’asporto con mia moglie. Mi piace praticare sport: nel tempo libero vado in mountain bike e in palestra, dove effettuo esercizi di pilates. Ho dovuto affrontare l’intervento per il confezionamento di stomia a causa di un tumore: ero andato a fare una colonscopia e ho scoperto non solo la malattia, ma anche che aveva colpito parte del colon e della vescica. La mia voglia di stare bene è stata fondamentale: ho iniziato subito a gestire autonomamente la stomia e mi sono impegnato per ritornare a dedicarmi alle mie attività preferite.
Come l’ha aiutata il servizio Convatec me nella strada verso la riabilitazione?
Sono entrato in contatto con il servizio Convatec me+ grazie alla mia stomaterapista Emanuela Chierici dell’ambulatorio di stomaterapia del Presidio Ospedaliero C.T.O. di Iglesias. È stata lei ad indirizzarmi nella scelta del sistema di raccolta più adatto alle mie esigenze e ad insegnarmi a prendermi cura della stomia anche attraverso l’uso degli accessori.
C’è qualcosa che vuole dire alle persone stomizzate?
Di vivere con serenità e non farsi condizionare dalla stomia. Indossare una sacca non deve rappresentare un limite. Io, ad esempio, faccio sport, adoro nuotare e quest’estate sono andato al mare.
C’è qualcuno che desidera ringraziare?
Sicuramente la mia stomaterapista Emanuela, che mi è stata a fianco e rappresenta per me un punto di riferimento ogni qualvolta ne senta il bisogno; poi mia moglie e, infine, i miei amici di infanzia. E qui si apre un capitolo a parte: immagino che, un po’ come capita a tutti, con gli amici di lunga data ci si vede e ci si sente poco, ognuno preso dalla propria vita. Da quando mi è stata diagnosticata la malattia e ho affrontato l’intervento, mi sono stati vicini ogni giorno, con visite in ospedale, telefonate e messaggi. Ecco: ho veramente capito il valore dell’amicizia.
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