Don Renzo Lavatori - "Grande ritorno" 2005
Sono un sacerdote, docente di Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. Soffrivo da molto tempo, di una grave forma di rettocolite ulcerosa, con notevoli disagi a livello sociale e professionale. Quanti spiacevoli contrattempi e umiliazioni, a causa anche delle molte ore che dovevo stare in pubblico per il mio ministero! Nella fine di giugno del 1991, a 53 anni, ho ricevuto il verdetto drammatico dell'esame istologico ricavato da una biopsia endoscopica: la degenerazione cancerosa e, di conseguenza, la necessità e l'urgenza dell'eliminazione dell'intestino (colori e retto) in modo definitivo. Mi sembrava che fosse ormai la fine.
AI S. Orsola di Bologna, sotto la direzione del Prof. G., ho trovato l'ambiente adatto e qualificato. Ho subito un grosso intervento, di quasi otto ore, ma ben riuscito. Sapevo che sarei stato un ileostomizzato permanente, come mi avevano chiaramente informato i medici. In un primo momento ho accettato tale situazione con fatica, poi man mano in modo sempre più sereno. Tanto dolore, tanta pazienza, ma la vita è tornato a rifiorire, direi con una gioia e una forza maggiore di prima. Quasi una rinascita. Per questo motivo ho incoraggiato diversi amici, che si trovavano nelle stesse condizioni, ad affrontare l'atto chirurgico e a guardare alla stomia non con un senso negativo, piuttosto come ad una liberazione.
Nell'ottobre dello stesso anno, circa due mesi dall'intervento, ho ricominciato regolarmente l'insegnamento di teologia, senza perdere neanche una lezione. Sentivo che le energie salivano di quota, sia quelle fisiche sia quelle psichiche e morali. Dopo un anno e mezzo, nel febbraio 1993, è subentrato un altro disturbo, anch'esso di non lieve portata: la formazione di voluminosi calcoli nella vescica. Da qui l'esigenza di una nuova operazione chirurgica a cielo aperto, alla quale mi sono sottomesso nella fiducia che anche questa volta tutto andasse bene.
Così è stato. Da allora è iniziata un'attività intensa, oltre alla scuola: scrivo libri, faccio conferenze, conduco una trasmissione mensile a Radio Maria, svolgo azione pastorale, giro in Italia, e qualche volta all'estero, per motivi inerenti al mio lavoro, in aereo, in treno, in pullman, in macchina. Colgo volentieri le occasioni per fare qualche passeggiata in bicicletta e quasi ogni giorno a piedi; d'estate mi piace fare un po' di nuoto al mare. A tutto questo alterno lunghi spazi di quiete e di studio.
Sono felice e ringrazio il buon Dio e le persone brave e disponibili, che ho incontrato lungo questo cammino a senza delle quali non avrei potuto superare i momenti più difficili. In particolare voglio ringraziare la caposala Signora Guarnieri, la quale, anche dopo l'uscita dall'ospedale, mi ha sempre seguito fino ad oggi con competenza e amabilità. Ho avuto seri problemi per la formazione di piaghe nella zona peristomale, specialmente negli ultimi anni, ma tutto si è risolto per il meglio. Ho ancora tanto desiderio di lavorare, di fare del bene e di diffondere la speranza nella vita e nell'amore, soprattutto a coloro che sono più sfiduciati e depressi.
Molti si meravigliano della mia vitalità, nonostante l'handicap e vita non più giovanile, ma io so che, oltre alle forze umane, il Signore Gesù la fonte originaria, a cui occorre attingere sempre con fede.
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