Perché è necessario confezionare una stomia
Il Dottor Giuseppe Nicolò del Presidio Ospedaliero GOM Bianco Melacrino Morelli di Reggio Calabria illustra le motivazioni più comuni che portano al confezionamento di una stomia
Sono molteplici i modi in cui determinate patologie incidono sulla vita delle persone: dalla malattia che danneggia ed indebolisce l’organismo, agli effetti collaterali delle terapie medico-farmacologiche per poi terminare all’esecuzione di differenti trattamenti chirurgici.
La stomia è il risultato di un intervento chirurgico che consiste nella creazione di un’apertura sulla parete addominale che mette in comunicazione un viscere (apparato intestinale o urinario) con l’esterno; il termine deriva dal greco e significa “bocca”, in quanto lo stoma appare simile alla mucosa interna della bocca: umida, lucida, di color rosso intenso ed è privo di muscoli e terminazioni nervose: questo significa che non può essere controllato volontariamente e che, anche se accidentalmente urtato, non provoca alcun dolore.
A seconda che sia necessario rimuovere una porzione di intestino o del tratto urinario compromesso dalla malattia, si distinguono differenti tipi di stomia: urostomia ed enterostomia.
Con il termine di urostomia si intende l’abboccamento dell’uretere alla parete addominale convogliando l’urina emessa dai reni all’interno di una sacca di raccolta esterna, che funziona da collettore. Esistono due tipi di urostomia:
- condotto ileale: i due ureteri (condotti) che trasportano l’urina dai reni sono quindi collegati a questa nuova vescica. La parte terminale del condotto ileale viene fatta fuoriuscire attraverso la parete addominale, dove viene creato uno stoma.
- ureterostomia: uno o entrambi gli ureteri vengono collegati alla parete addominale per formare uno stoma. Si tratta di un intervento meno comune che viene spesso praticato come misura temporanea nei pazienti pediatrici.
Nella gestione dell'urostomia, qualora fossero presenti, è bene porre attenzione ai cateterini ureterali detti anche "stent", che vanno sostituiti periodicamente da un infermiere specializzato. È importante che non si ostruiscano: per questo il consiglio è bere molto e controllare che gocciolino continuamente; bisogna prestare molta attenzione anche durante l'inserimento dei cateterini all'interno della sacca di raccolta, evitando che venga danneggiata la valvola antireflusso che favorisce la ripartizione delle urine nella sacca ed evita che queste possano risalire a contatto con la cute.
Le principali patologie che richiedono il confezionamento di una stomia intestinale sono le seguenti:
- tumore al colon-retto,
- morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa,
- diverticolite,
- occlusione intestinale,
- traumi addominali.
Prima dell’intervento viene eseguito sull’addome del paziente un disegno per identificare la sede ideale della stomia; il cosiddetto “disegno preoperatorio” può essere fatto dal medico o, più frequentemente dallo stomaterapista, infermiere che affiancherà il paziente durante la riabilitazione, il ricovero e dopo le dimissioni.
Il paziente viene messo supino, con l’addome scoperto, per poter meglio valutare la conformazione addominale; lo stomaterapista rileva quindi i punti di repere che delimitano la superficie addominale (creste iliache, arcata costale, linea alba e linea vita). Si segna con la penna un cerchio a metà tra la cresta iliaca e l’ombelico (a destra in caso di ileostomia, a sinistra in caso di colostomia). Per ridurre il rischio di ernia parastomale, complicanza frequente nei soggetti stomizzati, occorre individuare il muscolo retto dell’addome facendo tossire il soggetto, oppure facendogli sollevare contemporaneamente il capo e gli arti inferiori di circa 10 cm.
Per valutare che la posizione sia corretta occorre verificare che il cerchio disegnato sia sempre visibile, sia sempre su una superficie piana e che la posizione scelta sia comoda per il paziente; a tal fine si chiede al soggetto di cambiare posizione (seduto, piegato, prono e supino) e di indicare con un dito l’area disegnata, il cerchio deve essere lontano almeno 3 cm da pliche e cicatrici.
Sull’area disegnata viene poi applicata la placca e, per verificare che non dia fastidio e rimanga adesa alla cute, si fanno assumere nuovamente al paziente diverse posizioni; a questo punto si esegue il disegno definitivo con un pennarello indelebile, segnando la superficie interna del foro della placca. Una stomia posizionata correttamente è lontana dal margine costale, dall’ombelico, da cicatrici e pliche adipose, dalla linea della vita, dall’incisione mediana e dalla cresta iliaca.
Le enterostomie vengono classificate a seconda della loro localizzazione e in base alla porzione di intestino che è stata abboccata chirurgicamente alla parete addominale come di seguito:
- Ciecostomia: collega il cieco (tratto iniziale dell’intestino crasso che si pone in comunicazione con la parte terminale dell’intestino tenue e con il colon ascendente) alla parete addominale e si localizza nel quadrante addominale inferiore destro come l’ileostomia.
- Colostomia ascendente: prende il nome dal colon ascendente e collega quest’ultimo alla parete addominale con localizzazione sul lato destro dell’addome. Il materiale organico che fuoriesce da questa stomia è prevalentemente liquido.
- Colostomia trasversa o trasversostomia: si trova nella parte mediana dell’addome e collega il colon trasverso con la parete addominale. Il materiale organico eliminato attraverso questa stomia è generalmente pastoso.
- Colostomia discendente e colostomia sigmoidea: prendono il nome rispettivamente dal colon discendente e dal sigma; entrambe si localizzano sul lato sinistro dell’addome e determinano la fuoriuscita di materiale intestinale solido.
- Ileostomia: collega una parte dell’intestino tenue chiamata ileo alla parete addominale e si localizza nel quadrante addominale inferiore destro. Il materiale che fuoriesce da questa tipologia di stomia è liquido.
In alcuni casi il confezionamento di una stomia intestinale può avere come obiettivo quello di dare il tempo necessario al tratto di intestino interessato dalla patologia per la quale si opera di sfiammare e guarire. Si tratta, in questo caso, di stomie temporanee, con funzione protettiva nei confronti dell’intestino e che vengono chiuse con conseguente ricanalizzazione dopo il trattamento o la risoluzione del problema che ha determinato la necessità di confezionamento della stomia.
In casi più gravi invece, può essere necessario realizzare una stomia definitiva con esclusione definitiva del tratto di intestino a valle e, una volta confezionata chirurgicamente, necessita di una cura specifica e di particolari attenzioni. Lo stomia non ha terminazioni nervose né muscoli, dunque la persona non possiede il controllo volontario dell’eliminazione delle feci; per questo motivo si applica al di sopra dello stoma una sacca per raccogliere il materiale fecale.
Esistono in commercio diverse tipologie di presidi di raccolta la cui scelta dipende dalle esigenze della persona, dal tipo di stomia (colon o ileo), dalla posizione sull’addome; I sistemi di raccolta sono progettati per garantire sicurezza e comfort nell’indossare e sostituire i presidi e per ridurre l’impatto che la fuoriuscita di gas e odori sgradevoli può avere sulla vita quotidiana della persona.
I presidi possono essere classificati sistemi monopezzo e sistemi a due pezzi:
- Sistemi monopezzo: placca e sacca sono integrate in un unico dispositivo. Le dimensioni dell’anello adesivo sono differenti a seconda delle dimensioni dello stoma. Si tratta di sistemi di facile utilizzo e semplice gestione. Questo sistema necessita di due cambi completi ogni giorno.
- Sistemi a due pezzi: sono costituiti da due pezzi separati, una placca adesiva ad anello con diametro interno regolabile e ritagliabile a seconda delle dimensioni dello stoma, e una sacca di raccolta, tra loro unite da un sistema di chiusura a flangia. La placca adesiva di questo sistema può essere lasciata in sede più tempo (2-3 giorni a seconda del tipo di stomia), motivo per cui questo dispositivo risulta maggiormente adatto alle stomie di recente confezionamento, dove la cute peristomale è ancora arrossata e irritata e necessita di riposo.
Le sacche di raccolta, a loro volta, possono essere a fondo aperto o a fondo chiuso e per urostomia. Le sacche a fondo aperto sono indicate in caso di effluenti liquidi, in quanto possono essere svuotate più volte in una giornata, come succede nelle ileostomie e nelle ciecostomie. Le sacche a fondo chiuso, invece, sono utilizzate in caso di colostomia, quando gli effluenti sono solidi e pertanto la sostituzione della sacca si rende necessaria due volte al giorno o all’occorrenza. Questi dispositivi sono generalmente dotati, sul margine superiore, di un filtro al carbone attivo per il controllo degli odori e della fuoriuscita dei gas, la cui efficacia è di circa 8-12 ore.
In caso di urostomia, la sacca presenta un rubinetto sul fondo che facilita lo svuotamento delle urine più volte al giorno.
I presidi di raccolta per le persone portatrici di stomie vengono forniti e dispensati dal sistema sanitario nazionale, in maniera totalmente gratuita, dietro prescrizione medica. Per sentirsi più sicuri e sereni è fondamentale sapere che, alla dimissione dall’ospedale, non si è soli e che in qualsiasi momento si può ottenere un aiuto concreto o un supporto emotivo fornito da persone competenti, che conoscono pienamente le problematiche riguardanti la stomia.
Un’accurata igiene della cute peristomale favorisce il benessere dello stoma e della cute, prevenendo le complicanze cutanee date dal contatto prolungato delle feci sulla cute. Prima di passare alla sostituzione del sistema di raccolta, è consigliabile procurarsi e tenere a portata di mano tutto il materiale per eseguire la manovra (acqua tiepida; sapone delicato; panno carta; un sacchetto ove buttare i rifiuti tra cui il dispositivo precedente che andrà smaltito nei rifiuti indifferenziati; delle forbici preferibilmente con le lame ricurve; un misuratore per verificare la dimensioni dello stoma, da apportare sulla placca; film protettivo, rimuovi adesivo, pasta e polvere protettiva; il nuovo dispositivo di raccolta).
L’assistenza alla persona con stomia deve essere un percorso ben strutturato affinché si possano garantire cure adeguate; la stomia non è il problema, ma una sfida che si può vincere.
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